L’estate, quando finisce prima

 

C’è qualcosa che fa terminare prima l’estate, i girasoli tagliati ad esempio.
Il cielo continua a dire ciò che vuole ma l’autunno è soltanto un attore che inventa bugie, piene di sole e colori d’arancio.
Ho bisogno di altri colori, come il blu del mare. A settembre è spazio, aria, fine di corse e urla di gente. Diventa pace, riflessione, terraferma.
Il luogo dove restare, dove tornare, dove ricostruirsi.

 A riva le onde s’addensano come ciò che t’investe. L’accaduto ritorna ma si mischia e ti alleggerisce.

Ai piedi della montagna invece cadono i luoghi non visti, li racconti lo stesso, immaginando come sarebbero stati, viaggi di carta, posti che i giorni proiettano su questo confine in cui rotolano stagioni, verde, grigio, bianco, soltanto tre perché per due rimane chiara, e guardo il fluire, di tutto, non lo scivolare ma l’aggrapparsi, con le unghie per cercare di non cadere.

Tutto in un tempo indefinito, in sospensione.

Poi piove.

E allora nello specchio del suo riflesso, una pozza profonda, un poco alla volta, annego, con la bocca chiusa.

(Paragrafi)

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