Ammazzacaffè

Questo testo partecipa al concorso Ammazzacaffè organizzato dalla scuola di scrittura Penelope Story Lab

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Piove. Così è tutto più complicato, pensa.

Ci ha messo quasi nove ore per arrivare lì in un tempo decente, senza dare nell’occhio. Adesso non resta che richiudere la terra, quello spazio in cui ha ributtato gli ultimi pezzi rimasti. Non deve rammaricarsi, ha aspettato fin troppo, finalmente il posto è quello giusto, in cima al monte dove venivano sempre ogni anno, dove diceva che le sarebbe piaciuto vivere, ma di case non ne avrebbero potute avere.

La pala è piccola e la terra pesante, l’acqua porta via la parte più leggera e un temporale spacca la notte a pochi chilometri dalla strada giù in fondo.

Glielo ha promesso, non finirà insieme agli altri, che le sparpaglino pure, quelle ossa, lei deve restare intera.

La pioggia non smette. È tardi, in paese l’unico bar sta chiudendo, soltanto cinque minuti, un ammazzacaffè, per riuscire a tornare senza quel peso sullo stomaco.

#concorsoammazzacaffè

#ammazzacaffè

#penelopestorylab

 

Dopo l’estate

 

In questi mesi non ho avuto molto tempo per riflettere, sono ritornata indietro, fin dentro lo spettro del mestiere ritrovato. Mi sono resa conto di quello che mi aspetta, della lentezza a cui tornerò per riscrivermi e morire di nuovo, ripetutamente.
Ci sono ancora dei giorni che avanzano, pezzi di mare e ombre che resteranno sotto la sabbia. C’è questo vento adesso, è rimasto nella testa, ci sono delle nuvole rotte, la finestra sul paese, le prugne dell’albero storto che vanno via dai rami. Faccio fatica a dirmi salva, cado ancora sulla discesa che capita ogni volta, non mi imparo a memoria, no. Lo scavo è un cantiere infinito rimasto sulle cose, un muro strappato senza un cancello da aprire.
Poi, ricostruire, con la mano davanti, l’ombra spezzettata.
Ritornare, ma.
Con la schiena dritta e questo sguardo qui.
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#frammenti

Dissociazione Elementare intervista

Grazie a Roberto Dall’Acqua per questa intervista.

Potete leggere l’articolo qui:

https://www.ilgiornaledelricordo.it/diari/d925/silvia_gelosi_-__dissociazione_elementare_/

 

Silvia Gelosi – “Dissociazione elementare”

Foto del Maestro Michele Mobili

Dissociazione Elementare

Dissociazione Elementare

DISSOCIAZIONE ELEMENTARE di Silvia Gelosi (Arcipelago itaca; ISBN: 979 12 80139 47 4; MARI INTERNI – Collana diretta da Danilo Mandolini; prefazione di Gian Mario Villalta; pagg. 88; € 15,00).
La scheda del volume è scaricabile qui:

https://cdn.shopify.com/s/files/1/0248/5823/0883/files/Scheda_DISSOCIAZIONE_ELEMENTARE_di_S._Gelosi.pdf?v=1656323335
Il volume è acquistabile sia tramite il sito della casa editrice, sia su ibs al link:

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e in tutte le librerie.

Shin (ventunesima lettera)

Shin (ventunesima lettera)
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Verità che attestano disconoscimento /
La grafia grande mi scrive il canto giusto /
Oltre il fuoco, ritrovo l’orientamento. /
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La verità che ho trovato è più penosa della bugia.Taglio allora i gesti,
ricordo ogni frase, nome sbagliato, affetto negato per mancanza di spazio.
Mi faccio muro spugnoso, sagoma in bilico pronta a ricevere ancora, in silenzio.
Mi piovono addosso spilli pesanti, consapevolezza chiodata ti dico, ascolto
male tutte le voci e la fatica mi raddoppia il peso. Trascino
piedi e parole mentre penso a com’ero, ma guardami adesso, animale
impoverito, una sostituzione dell’originale. Mi cerco nei cassetti chiusi a chiave
e trovo tutto ciò che non avevo capito fin qui.
Nello specchio vuoto
a mani aperte lascio tutti gli sbagli dell’inizio. Seguo con il dito le crepe
disnodo i capelli corti e spettinati prima di rileggermi.

Potrei tornare
Potrei riuscirci di nuovo.
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#alfabetoebraico
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