Cosa ricorderemo

– Non voglio fare la rima e dannazione non ci provo neanche –
Non esisterebbe alcuna rima anche se tu fossi dove voglio andare. Tu sei la musica che ho ritrovato al posto giusto, lì dove non è mai guarita la ferita. Dove la fenditura è luce esatta, l’immagine sfocata è voce che ripasso nella testa ad occhi aperti. Un gergo familiare, una bocca chiusa dentro la stretta di un abbraccio, “non andartene” è come farsi ancora male, abbiamo perso le promesse, ci rimane l’istante di due righe.
Ci coincide il silenzio dei giorni lunghi, l’urto del mondo che sbatte addosso questo tempo spinato, scaduto, scandito dai tasti, ci si intuisce.
Cosa ricorderemo alla fine?
L’orma delle mani, l’odore dello spazio tra il collo e la spalla mentre il mare cura tutto quello che non potremmo gridare mai più.

©LaScrittoressa

[Paragrafi]

Lei

 

Ti hanno educato a ciò che è giusto, a quello che devi quello che il tempo rimette a posto ma è più un rigurgito il tempo. Quello che è stato che hai visto e vissuto s’incastra tra le mani, sulla testa, addosso misura, ti misura lo spazio – stretto – in cui giri a fatica un quarto un pezzo solo di vita cresciuta. A che serve? Non ti ha insegnato niente. Non ho imparato niente. Tenevo con le mani un filo oggi intrecciato, una matassa di voci senza nessuno, ogni mattina disfo i nodi e il pettine non passa, sgrano ogni parte senza scordarla. Mi rimetto in piedi. Guardo fuori, aspetto solo le stagioni senza più pretendere e sul confine lascio tutte le parole cadere dalla siepe.

©LaScrittoressa

[Paragrafi]

“All of me”

 

Sarebbe tardi, bello, stupido come rimanere sott’acqua. Sarebbe il rimpianto di ieri, un bacio rimasto tra lo stomaco e la voce. Un “ci sentiamo dai” sì certo – ma ti sento lo stesso mi senti lo stesso – anche in silenzio anche se piove, ogni volta che torni e il luogo ti sbatte addosso gli anni scorsi.
Rimaniamo sul filo sul serio sul foglio. Su quello spazio bianco tra il punto e la forma di un nome lasciato a metà.

©LaScrittoressa

[Paragrafi]

https://youtu.be/450p7goxZqg

16 marzo 2019

 

Questa notte ti penso. Mi torna in mente la tua voce, le parole dette troppo tempo fa. C’è un vento tanto forte e fatico a prendere sonno, a tratti i rumori entrano nella stanza costringendomi ad aprire gli occhi e vedo l’ombra scura dell’angolo schiarito dalla luce d’emergenza, un conta scale per me quando loro chiamano nel dormiveglia, così da scendere le scale in silenzio.
Quel giorno pioveva, pioveva tutta l’acqua del mondo nel grigio cielo di marzo lasciando a metà un mese, una vita, un migliaio di progetti. Tutto si chiuse dentro una lamiera fredda sigillata in alto. Restano i maglioni, tante domande, le foto a colori di quando tutto era semplice bastandosi in due.
Chissà se ti ricordi com’eravamo, se questo mondo ti sarebbe piaciuto ancora, se le ore fossero state larghe, se se se. Adesso che sei luce tieni il filo dei suoi passi, cerca di vedere dove cambia la sua espressione mentre i giorni sgranano velocemente, controlla dove guarda quando non ritorna in fretta, tienile una mano sulla spalla quando scappa, fermala ogni tanto perché la corsa non l’affatichi troppo e, soprattutto, quello che io non so dirle con la voce tu mettiglielo nel cuore.

©LaScrittoressa

[F.R.2008]

[Paragrafi]

Appunti

 

Non importa se farà freddo.
Tu rifiorisci ogni giorno al di là del tempo e di chi ti dirà che non vali.

[Appunti del non viaggio]