L’insonnia di chi aggiusta ogni notte
guardando un trapezio di giorni senza geometrie.
L’insonnia di chi aggiusta ogni notte
guardando un trapezio di giorni senza geometrie.
Poi fuori continua la pioggia, lei che guarda un altro silenzio e tutto intorno che avanza per la troppa assenza.
Ai castelli di carta basta un soffio.
E il tuo ha retto fino ad oggi perché ho trattenuto il respiro.
Quanta volgarità in quell’aristocrazia rubata,
rimane senz’aggettivo la vergogna.
Tutte le risposte
si sono perse dentro al soffitto,
in fondo.
Un muro ad ogni domanda
scomoda e senza voce.