Sere di un ultimo aprile

 

Ci sono quelle sere

di un ultimo aprile

che ti vengono incontro –

un sole sbiadito, l’aria più corta

e tu rimani centro

quasi invisibile, un sembrare

l’estate, un profilo e poi

sparisci con lui.

Questo Aprile

 

Aprile è un colore viola

chiaro, uno sfondo bianco

leggero nel vuoto a perdere –

poi il vento freddo

mentre avanza un sole

di scarto, di lato

e un po’ di neve.

QUI, AL CENTRO – (dell’Italia)

 

Scioglie la neve

quest’acqua che cola,

a scandirne il tempo

che batte

sul muro – la terra

strappata, sul bordo

e una placca

d’argento – la notte

che sembra silente

quando è  solo un’attesa.

Ognuno che tenta

che resta

che muore

che stretto si tiene

la vita

provata, stremata

ma drizza le spalle

la schiena e ritorna –

cammina, si ferma,

non chiede –

si rimbocca le maniche

abbassando lo sguardo.

 

 

(Noi, qui al centro. Un restare, un resistere fino allo stremo, perché l’amore per questa terra è superiore alle sue disgrazie)

No, non molliamo, nonostante tutto e tutti.

Il silenzio della neve

Della neve
respiri il silenzio
che copre ogni cosa – guardo fuori
mi scosto i capelli dalla fronte
e tiro il filo della vita
che stringo tra i denti.

Notti di neve

La neve fa chiara la notte,

con i suoi cerchi concentrici

oltre lo strato scuro – poi

tanto spazio per le ore,

arrotolate – ai lati delle strade.