Lettere

 

Lettere come posta

sotto un piatto –

ti scrivo di me –

quello che misuro

a voce

a tempo

in questo, quando tarda

la sera

nel suo smembrare

nel suo attutire –

dentro un tremare

di foglie senza vento

annuso l’aria stanca

che senz’acqua

rifiorisce – rinasce

sotto cenere

sotto pelle

sopra ogni centimetro

pestato che non muore.

Quel guarire

Tu che ricuci ogni strappo,

i tagli degli inverni –

dove le ferite avevano il sangue fermo –

quel guarire, soltanto

dopo averci creduto.

Vento

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Sparge mare questo vento,

la ridondanza del silenzio

sopra questo tempo,

a srotolare una corda

sbieca – le mani chiuse

e non trattieni.