Vav (secondo ciclo scrittura ebraica)

Vav 2

(secondo ciclo scrittura ebraica/un anno dopo)
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L’avevo chiusa, la pancia pensavo. Invece, questo ventre rimasto aperto è diventato colpa
da sigillare, per forza, con la chirurgia. Aspetto ancora una redenzione che arriverà tardi, lo so
nel momento in cui avrò smesso di contare perché dalla parte giusta sarà caduto ogni sguardo.
Lascio il segno incompiuto così come rimarremo noi, incompleti e non benedetti, mai perdonati
Maledetti. Troverò il disegno giusto, l’inchiostro scuro dal tratto sottile, un filo spinato che tu non vedi,
la misura di una distanza che non hai mai saputo calcolare. Ecco allora che riscrivo gli anni
sulle stesse lettere, le coniugazioni a testa in giù, tutti i segni della punteggiatura come aghi
rimasti sulla pelle. Sulle mani no, soltanto ferite da tagli vivi, loro sanno tutto restando in perpendicolare.
Io, sradicata ma in equilibrio su questa terra graffiata dal silenzio delle iene, cerco di tenermi pronta
sempre in partenza, da dove non tornerò, da dove fuggitiva credevo di trovare una tregua, di me, da me.
Adesso, gli alberi hanno fatto cadere foglie e noci, c’è un riordino del tempo, dei posti, dei crocefissi appesi
Nel vuoto cavo ho messo i crisantemi, sul tavolo una rosa rossa. Il sale grosso sparso sul viale.

#Alfabetoebraico2
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