Ringrazio Riccardo Bravi che, tra tutti i suoi impegni, è riuscito a leggere il mio librino e ne ha scritto qui.
Grazie ❤️
https://www.pelagosletteratura.it/2022/11/05/dissociazione-elementare-di-silvia-gelosi/
Ringrazio Riccardo Bravi che, tra tutti i suoi impegni, è riuscito a leggere il mio librino e ne ha scritto qui.
Grazie ❤️
https://www.pelagosletteratura.it/2022/11/05/dissociazione-elementare-di-silvia-gelosi/
Grazie a Roberto Dall’Acqua per questa intervista.
Potete leggere l’articolo qui:
https://www.ilgiornaledelricordo.it/diari/d925/silvia_gelosi_-__dissociazione_elementare_/
Foto del Maestro Michele Mobili
Dissociazione Elementare
DISSOCIAZIONE ELEMENTARE di Silvia Gelosi (Arcipelago itaca; ISBN: 979 12 80139 47 4; MARI INTERNI – Collana diretta da Danilo Mandolini; prefazione di Gian Mario Villalta; pagg. 88; € 15,00).
La scheda del volume è scaricabile qui:
https://cdn.shopify.com/s/files/1/0248/5823/0883/files/Scheda_DISSOCIAZIONE_ELEMENTARE_di_S._Gelosi.pdf?v=1656323335
Il volume è acquistabile sia tramite il sito della casa editrice, sia su ibs al link:
qui, su AMAZON:
https://www.amazon.it/Dissociazione-elementare-Silvia-Gelosi/dp/B0B46NHQRL/ref=sr_1_77?keywords=ARCIPELAGO+ITACA&qid=1656324918&sr=8-77
e in tutte le librerie.
❤
A volte mi fermo davanti allo specchio, guardo dentro gli occhi scavati per vedere se la riconosco un po’ quella cosa lì, quella luce che ha resistito a così tante cose e giorni e luoghi, il vetro mi restituisce solo gli ultimi anni stanchi, cerchiati dal sonno, dalle delusioni che stanno macerando sul fondo del lavandino. Evaporeranno forse con l’acqua bollente in un momento buono, magari quello giusto.
Ogni giorno cerco quel movimento che fa la luce oltre il ciliegio selvatico, oggi la nebbia copre la metà di sopra ed il cielo è un blocco di cemento.
Chiudo l’ultima persiana, il buio è fitto e senza luci, c’è ancora nebbia. Guardo la stanza, l’asimmetria data dalla mia parte colma di libri, guardo gli altri libri appoggiati a terra, dovrei farmi fare una libreria, penso, c’è un vecchio cofanetto, un residuo dei traslochi, una metà della vita che sembra di qualcun altro.
Dovrei buttarle le cose vecchie mi dico, invece conservo tutto, perfino le mollettine luccicose a forma di farfalla di quando avevo i capelli lunghi. Ci sono le spille che mettevo sulla divisa da barman, un braccialetto rotto, due croci d’argento, un lapislazzuli, un gettone. Mi ricorda le telefonate nelle cabine chiuse, i rumori lontani del bar, di quelli che giocavano a carte la domenica pomeriggio. L’odore della plastica, di aria rimasta chiusa, di chi c’era stato prima, un profumo che si incastrava nelle fessure e nel naso.
C’era, in quel gesto, nel gesto di andare per telefonare, un’ansia dell’attesa, la paura di una risposta mancata, la bellezza della voce.
Richiudo la scatola, rimetto l’ippopotamo morbido e grigio sopra a fare la guardia, scendo di sotto per accendermi una sigaretta.
Guardo la fiamma del camino, come fosse la pausa di una fine giornata, di una fine e basta magari, una contemplazione giornaliera di qualche pezzo, come ad esempio quel passato remoto in cui si faceva il giro delle mura d’inverno sui motorini, in due senza casco, con l’aria che tagliava la mezza faccia scoperta, il naso gelato dal freddo e quella stupida convinzione di far durare un per sempre.
Ho ritrovato soltanto un andarsene invece, la sfacciata verità del tempo quando ti cambia anno per anno anche la voce, la misura delle ore, dell’aria, questo rumore dei motorini quando se ne andavano via e tutto il resto con loro, insieme al chiasso che hanno sempre fatto le marmitte della Giannelli.
.
Racconti brevi
#400parole
Foto del Maestro Michele Mobili
Guarda come eravamo ♥️
[eravamo giovani, con un orologio fermo, con le Marlboro light lunghe, con i Police nelle orecchie, le cene a mezzanotte. I panini con la birra, i caffè con le mance, i sogni da raggiungere, i progetti da realizzare, le malinconie a misurare le distanze. Gli amori smisurati, dannati e inconsapevoli.
Chissà se siamo ancora noi o se torneremo a guardare lo stesso luogo con lo stupore di allora. Forse è cambiato il vento, forse siamo arrivati prima che qualcosa avesse potuto accadere davvero. Siamo sul ciglio, in attesa non si sa più di cosa, tutta la vita.]
Grazie Stefano Meriggi e Giusy che conservate quella parte di me che ancora non muore ♥️
Festa del Grappolo d’oro
Potenza Picena
Settembre 1994