Tet [nona lettera]

Non sono più argilla adesso
Contengo mancanze
E ventisette mesi di rinascita.
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Questa distruzione ci ha sedotto abbastanza, eppure –
ogni volta l’origine del peccato, ogni volta una rinascita – il bene
che mi è arrivato addosso non avrei potuto comprenderlo da sola,
mi sono plasmata troppe volte io per tornare intera
adesso la rientranza ha l’argine rotto – troppo alta è l’uscita –
la pancia contiene tutto il peso della roccia e le sue domande
si sono snodate lì dentro su ventisette mesi di risposte non udite
non raccolte abbastanza, ogni volta una caduta.
E sono tre le parole mi dico, l’unica scritta mai più detta
ne ha lasciate tre, fatte di nomi propri, rinunce e di colpe.
L’assenza è tutta intorno come sempre e dentro,  manco solo a me stessa.
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#alfabetoebraico

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